Non puoi più guardarti
hai visto tutte le smorfie
le moine, i segni d'espressione
che spaccano il tuo viso
risucchiando la tua pura verità,
quella che aspetta in un angolo
le gambe incrociate e
il dito sulla bocca
come a chiedere silenzio.
I tuoi occhi sono asciutti di sabbia
graffiante. Hanno spalancato una
volta di troppo la strada allo stupore.
Si sono intrecciati e stentano a
ricomporsi. E resti a giocare
distratto con quella insistente
domanda che non riesci
a formulare. Se sei ancora un
terreno su cui poter lavorare.
Se hai ancora dentro di te
le forze per fare un nuovo progetto
e dare credito alla sua
capacità di vivere oggi il tuo futuro.
Se ci sei, se non ti sei liquefatto,
se non hai perso la vita, se c'è
vibrazione, ritmo.
E ti occupi, ti raggomitoli,
vai dove ci sono pezzi
e oggetti di un'epoca che tu
non sai di aver vissuto.
E se eri tu, è ormai tardi
per ricordare.
Non ti resta che chiudere la bocca
e girarti. Neanche salutare.
Non vale la pena. Ci vuole ben altro
e sei stufo di aspettare.