venerdì 6 settembre 2013

ANTICAGLIE

Spenti, i tuoi tanti interessi si sono ingrigiti
allunghi ancora il collo per sbirciare
e ti senti nel pieno delle forze
ma la sanguisuga, il cannibale,
ti hanno spolpato. Non c'è passo che
non ti faccia quasi svenire. 
Non vorresti pensarci, speri di girare la testa
di scuotere il corpo, le spalle, scacciare
da te, da noi, da tutto questo intorno
una compagnia sgradevole. 
Vivere o partire? Sradicarsi o credere
ancora, o lasciarsi cullare. Ti dici che
quasi ce l'hai fatta, ti sei quasi trascinato
verso la riva. L'onda non può sommergerti. 
Quante volte hai vissuto,
le notti che sempre hanno coinciso 
con il desiderio, di una esistenza 
di avventura, significante, incontri
fumi e inni lanciati all'alba;
bagni precoci, mano nella mano
con chi non importa. Hai vissuto
questo lo sai. Ti sei sottratto,
mai, hai accettato le sfide,
per questo i tuoi rallentamenti
questo paese che ti succhia la voglia
frustra ogni fragranza, e ti ha
tolto, scippato quel facile sorriso. 
Cos'è una notizia, un maiale in più
o in meno, una diatriba illuminata
di quotidiana pesantezza, la vile
ciurma che affolla una barca fallata. 
Ne potevi fare a meno. E allora?
Cosa ti succede, non lo sai, e hai paura.
Semplice, ti dici, è così facile
temere, tremare, sentirsi inermi
anche se la prima volta
ti coglie nel bel mezzo di una 
classica serata di cui conosci
i contorni; nel tuo mondo, nelle
tue ritmiche evoluzioni da un bar
a una bottiglia sciabolata
sotto un lampione finto-antico. 
Rompe quella scintilla sempre accesa
in deboli sfiati di bluastra nostalgia. 
E sei solo. Ti lasciano per strada
compagni di cosa
colpevoli di niente
amici passeggeri per decollare;
E sei in ginocchio. Non sai pregare.
Non sai recriminare. 
Hai solo voglia di riprenderti
chiudere gli occhi e non essere
te stesso. Quella bolla esplosa
che ti tira giù e non ti fa
recitare, non ti fa interpretare. 
Lo vuoi conoscere, adesso, tutto
il panorama mistico e deviato
che sfrecciava in senso inverso
quando eri vivo
e ti sentivi padrone
senza avere, generale
senza esercito. 
Ti senti per la prima volta
confinato; ti senti parte di una
masnada piena di livore che
ha banchettato a tua insaputa,
con cui hai più volte condiviso
la cena, il letto e più spesso la latrina. 
E non hai scelta. Sei stato risucchiato.
Ti guardi in una pozza malsana e 
riconosci le grinze, il ghigno
quella voglia, che adesso 
mira altrove. Al riscatto. O alla rivalsa.