martedì 18 giugno 2013

SdC

La materia lavora dentro
Da innesto
Ramificazione interna
Nascosta, si camuffa
Prova a farsi strada
Nodosa
Ritorta
Macchia le scelte
I percorsi
Il libero arbitrio
Firma con un ghigno
I pensieri cupi
Il ritiro e il sospetto
Forza secolare
Sabota, boicotta
Intriga
Distoglie
Si sottrae al confronto
Aperto, divaga
Rifugge la luce,
La chiarezza, della logica
La parola
Si avvinghia all’antico
Al fragile magma linfatico
Alle ghiandole
Si nutre di ormoni
Di secreti
Deforma gli organi
Li spreme, ci si nasconde
Privandoli di spazio
Guida le immagini, la visione
Di un progetto
La fatua processione
Di fantasie avvizzite
Rughe di pensieri
Dissanguati
Disossati
Risucchiati tra piccole onde
Di piaceri lontani
In un lago di sale denso
Nella ferma stasi immota
Distoglie la vista
Si occupa e ingloba
Un presente fluttuante
Vano magniloquente
Difforme. Chiama, attira
Osmotica forma familiare.
Si occupa di te
Preoccupa
Asservisce
Combatte.
La forma tattile infiltrata
Si maschera di sé
E si alterna a suo piacimento
A quello che si spegne
Tra cassetti svuotati
E sguardo a terra. Occhi
Induriti, pallidi, incoccia
Una palude di associazioni
Respira, nel fango, nella melma
Putrida, voci di amori e di eresie
Passioni irretite
Guarda alla soglia
Come al sollievo supremo.
Vasta distesa di possibili altre
Intricate fusioni millenarie.
Residui di una resistenza
Fatica mortale
Ansimo
Spasimo
Sospiro soffocato.
E provare disteso
Nel semivuoto
Nella piena postura
Eretta e possedente
La gradevole estate
Del sublime incantamento
Il velluto docile dolce
Di una carezza nemica
Dell’animo modulato
La possibile invaiatura
Di un frutto verde acerbo
Mai maturato.